mercoledì 9 novembre 2011

Berlino (ri)chiama Italia. Il calcio come esempio di coesione nazionale.

9/11/1989 
In poche ore, centinaia di migliaia di persone scesero in piazza, oltrepassarono la linea di confine, riabbracciarono i propri cari, e festeggiarono, ebbri di felicità e commozione per la libertà ritrovata.
Le immagini del crollo del Muro di Berlino,  hanno un significato storico enorme, di fine di un'epoca. Il disfacimento dell'URSS, prima per l'incalzare del riformismo Gorbacëviano, poi sotto i colpi mortali della crisi economica, delle richieste autonomistiche e del crollo della legittimazione del potere sovietico nel giro di pochi anni hanno messo fine , più o meno definitivamente, al bipolarismo(URSS-USA) che aveva retto le sorti del mondo dal 1945. 
Certo, rilevano però gli analisti più prudenti, anche se più libero, il mondo del "dopo-1989" è paradossalmente più instabile di quello congelato dai regimi comunisti e ingabbiato nella paura della distruzione nucleare del tempo della Guerra Fredda. Il diffondersi di nazionalismi, l'affermarsi del terrorismo fondamentalista, gli spazi di incertezza che questa instabilità crea, i rischi di una proliferazione nucleare anche con potenze minori e governi meno responsabili, soprattutto la difficoltà di porre argine a crisi politiche e militari che insidiano anche i margini più vicini all’area unitaria dell’Europa, sono delle variabili poco rassicuranti.

Il Presidente della Camera Gianfranco Fini, nel suo libro "IL FUTURO DELLA LIBERTA'. Consigli non richiesti ai nati nel 1989" afferma: "La caduta del Muro di Berlino ha cambiato la vita degli europei, a Est come a Ovest. Crollate le barriere e venute meno le grandi opposizioni ideologiche, è finalmente diventato possibile lavorare per una nuova libertà, piena e allargata: risultato cui si può puntare solo affrancandosi della pesante eredità delle vecchie ideologie, per interpretare il mondo secondo codici nuovi, trovando punti di vista originali".

9/11/2011
In poche ore, centinaia di migliaia di persone hanno inondato il web di immagini, post, video, articoli ed hanno iniziato a festeggiare,ebbri di felicità e commozione, per la "libertà" ritrovata. 
Ieri è stata approvata alla Camera la mozione sul rendiconto dello Stato con soli 308 voti. Cioè otto meno della maggioranza assoluta, che quindi non c'è più. Il Premier Berlusconi è salito quindi al Quirinale per annunciare le dimissioni (?) subito dopo l'approvazione della legge di stabilità. Tradotto: lunedì l'Italia potrebbe mettere fine, più o meno definitivamente, all'era Berlusconiana e al Bipolarismo muscolare che regge le sorti dell'Italia dal 1994.
Anche oggi ci sono degli analisti prudenti, non dichiaratamente pidiellini, che rilevano quanto l'Italia "post-belusconiana" rischia di essere ancora più instabile di quella "arcore-centrica" e legata ai voti (comprati) di "fiducia".
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in una nota afferma: "servono nuovi comportamenti anche nelle istituzioni da parte delle forze politiche. Per tirarci fuori dalla condizione critica e allarmante in cui ci troviamo occorre che cadano troppe chiusure e vecchi tabù, si crei un clima di confronto più aperto e obiettivo, ancorato ai problemi reali della società e dello Stato e allo loro possibili soluzioni. Abbiamo bisogno di decisioni presto e nei prossimi anni per esprimere una rinnovata responsabilità e coesione nazionale».

Tra altri 20 anni (forse) avremo le idee più chiare e potremo trarre le dovute conclusioni. Ora non ci resta che (ri)fare l'Italia magari prendendo ad esempio lo spirito di coesione nazionale sperimentato sempre a Berlino, sempre giorno 9, sempre in un momento di crisi nazionale com'è stato calciopoli.

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