I miei pensieri, le mie idee, le mie fissazioni. Non voglio aver ragione, ma semplicemente essere ascoltato.
venerdì 31 maggio 2013
martedì 28 maggio 2013
“Promuovere, Arruolare, Combattere”
“Se un messaggio pubblicitario impiega più di 3 secondi per
essere capito, vuol dire che non è chiaro, se non addirittura sbagliato” (Silvio
Berlusconi)
È questo il concetto che ha guidato Forza Italia e che guida
tuttora il Popolo della Libertà.
Assoluta semplicità, chiarezza e immediatezza, ripetitività.
L’avventura comunicativa Berlusconiana, fortemente votata al marketing
politico, ha cambiato il modo di fare Campagna Elettorale in Italia, e oggi può
considerarsi ancora la più efficiente ed efficace.
Il Partito dell’amore, la grande Casa dei Moderati, il
Popolo della Libertà. Tutti slogan e definizioni a connotazione estremamente positiva
e distesa che accompagnano da anni una politica, quella del centrodestra
Berlusconiano, che al contrario di quanto predicato, non ha risparmiato attacchi
e contestazioni durissime a tutti gli organi dello stato di diritto.
Oggi però lo scenario è cambiato. Il PdL co-governa, ma non
ha la maggioranza in parlamento, esce fortemente ridimensionato dalle elezioni
amministrative e il suo Leader “a vita” rischia seriamente di dover “pagare” i suoi infiniti guai
giudiziari.
Come se ne esce? Semplice. Ci si prepara all’atto finale della "Guerra dei Vent’anni" e si fa esplicito richiamo alle “armi”.
Nasce così l’idea de “L’esercito della libertà” (http://www.esercitodellaliberta.it/) promosso da varie organizzazioni, tra
cui “I promotori della Libertà”, “Forza insieme”, “Studenti per la libertà”, “Dai
Forza all’Italia”, “VIS” e “Interdipco”.
Bastano anche meno di 3 secondi per capire il messaggio dell’ultima
trovata propagandistica pidiellina: “Promuovere, Arruolare, Combattere”.
Il gioco è facile.
1. Si dichiara solennemente di voler difendere il presidente
Berlusconi; di riconoscersi in lui, nel suo pensiero, nei suoi ideali e nel suo
operato; di esser pronto a partecipare ad eventi o manifestazioni in supporto
del Presidente Berlusconi per affermare il principio della sovranità popolare.
2. Ci si candida a “Comandanti di Reggimento Territoriale” con
il sacro impegno a gestire tutti gli arruolati della propria zona di residenza,
reclutare nuove leve e promuovere iniziative e manifestazioni per difendere il
Presidente. Basta una foto e una lettera motivazionale.
3. Siamo pronti a combattere.
Mi piacerebbe tanto concludere dicendo che quanto sopra
riportato è uno scherzo ma purtroppo è realtà.
La crisi economica, la disoccupazione e la tensione sociale
sono delle mine che quotidianamente esplodono in ogni parte del territorio nazionale
alimentando una pericolosissima instabilità del “sistema-Italia”.
La politica e i politici, soprattutto coloro che tanto invocano
la libertà, in nome del compito loro conferito dalla sovranità popolare, devono
occuparsi di disinnescare queste mine e non devono per nessun motivo
permettersi di alimentare e amplificare la
loro devastante portata.
Chiaro il messaggio?
lunedì 27 maggio 2013
Dal Boom al Boom. Ascesa e rovina di 5 Meteore che sognavano di essere Stelle.
La seguente analisi non vuole per nessun motivo squalificare e/o
disprezzare il lavoro, la passione e la voglia di credere in un Paese migliore,
che anima e motiva quotidianamente milioni di simpatizzanti e militanti del
Movimento 5 Stelle. A loro tutta la mia stima e ammirazione.
25 Febbraio 2013 - “Boom del Movimento 5 Stelle: è euforia sul web”
27 Maggio 2013 - “Flop del Movimento 5 Stelle: è ira sul web”
È passato troppo poco tempo per poter credere veramente che tutta la
carica e l’intensità dello Tsunami che ha “travolto” l’Italia, da Nord a Sud,
da destra a sinistra, si sia dissolto e ridotto ad una piccola mareggiata
primaverile.
La voglia di partecipare è tanta, la necessità di cambiare è sempre
attuale e il tempo per farlo stringe sempre di più.
Ma quindi: Cos’è successo? Cosa
non ha funzionato? Chi ha fallito?
“…Il MoVimento 5 Stelle non è un
partito politico né si intende che lo diventi in futuro…”
Recita ancora così il “non statuto” del M5S (https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/materiali-bg/Regolamento-Movimento-5-Stelle.pdf), ma
contrariamente a quanto enunciato, il M5S è diventato a tutti gli effetti un
Partito politico e tra i più influenti in termini di rappresentanza Parlamentare
(109 Deputati, 53 Senatori)
È successo che dopo anni di aggregazione, di condivisione di idee e di
partecipazione virtuale, la “non associazione”, così cita ancora il “non
statuto”, s’è dovuta confrontare con la dura realtà. Non che l’attività politica svolta in questi
ultimi anni dai numerosi Consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali del M5S sparsi
per l’Italia sia insignificante, tutt’altro, ma stavolta la posta in gioco era
davvero alta.
È successo che in un momento storico delicato, dove la sfiducia da parte
dei cittadini nei confronti dei politici e della politica era quasi ai massimi
storici, sembrava davvero che si potesse uscire dal buio, seguendo
pedissequamente l’impervio ma salvifico sentiero urlato e illuminato dalle “Stelle”.
È successo che quasi 9 milioni di “eretici-sovversivi” hanno invaso le
Piazze italiane e hanno creduto che fosse davvero l’ora della riVoluzione. Come
dargli torto.
“Apriremo il parlamento come una
scatoletta di tonno”, tuonava il “Lider” del Movimento, a seguito del successo
elettorale.
Muniti di webcam, fotocamere e tanta buona volontà i “deputati grillini”,
o meglio i “cittadini a 5 stelle” hanno varcato la soglia del Parlamento ed
hanno iniziato la loro attività scatenando la curiosità (spesso morbosa) di
tutti i media tradizionali.
Euroscetticismo, antipartitismo, e-democracy, taglio ai costi della
politica, ambientalismo, reddito di cittadinanza, nessuna alleanza…tutti
argomenti “top-trend” nella
drammatica agenda italiana che, “Grillo e associati” hanno studiato e fatto
propri tramite il seguitissimo BLOG, unico organo di informazione e unica voce
di (non)partito.
Avevano provato ad aprire anche il Quirinale, eleggendo a maggioranza (tra
vari problemi tecnici) Milena Gabanelli come candidata 5 Stelle alla Presidenza
della Repubblica. Oggi, a distanza di soli tre mesi, la Gabanelli è accusata
dalla base del M5S di essere “traditrice,
asservita al Pd e al PdL” perchè ha osato aprire un inchiesta giornalistica
contro il M5S: nella puntata di Report del 19 Maggio 2013 la Gabanelli ha provato
a far luce su «Che fine fanno i proventi del blog di Grillo» e «quanto guadagna
la Casaleggio e associati dalla pubblicità sul sito».
Alla luce di questi avvenimenti, forse aveva davvero ragione la Gabanelli
quando, a seguito degli esiti delle quirinarie, ha commentato: “onorata ma
sopravvalutata”! (ovviamente provo a ironizzare!)
Sentendosi assediati dalla stampa, “Grillo e Associati” impongono così una
(ulteriore!) stretta sui parlamentari e lanciano la Fase 2 della Strategia Comunicativa: le interviste vanno rilasciate
davanti alle telecamere del Movimento, viene istituita una “ronda comunicativa”
che dovrà presidiare il Transatlantico, si invita a declinare le richieste di
giornalisti inaffidabili e “in mala fede” e infine verrà dato ampio spazio alle
iniziative di denuncia del Movimento.
A questo punto mi viene un dubbio e condivido la riflessione di Francesco
Maesano su Europa Quotidiano del 23 Maggio 2013: non è che la scatoletta di
Tonno sono Grillo e Casaleggio?
"Beppe...Vaffa tu!"
Hanno fallito tutte 5 le Stelle, ormai palesemente meteore, del Movimento:
il Leader, il Presidente, il Coordinatore, il Portavoce e il titolare del Logo
del Movimento 5 Stelle. Ovvero ha fallito Beppe Grillo.
Tra divieti, espulsioni, scomuniche e reprimende il “Lider” ha ingabbiato e atrofizzato la sua creatura e l’ha così condannata
ad una lenta ma inesorabile agonia.
La mia è una riflessione amara e c’è ben poco da esultare in tutto questo.
Il MoVimento deve uscire al più presto dall’immobilismo ecumenico e deve
tornare ad essere quel privilegiato portavoce dei problemi e dei sogni di tutti
i cittadini. Deve parlare a tutti e per tutti e deve tornare a far vibrare le
corde del dialogo, della partecipazione e della trasparenza.
La TV e i Giornali, oltre che a garantire la libertà di espressione rappresentano
ancora le fonti principali dell’informazione e della creazione del consenso e
meritano rispetto e considerazione.
La Rete è il futuro, ma oggi i problemi dell’Italia sono ancora pericolosamente
reali.
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