La seguente analisi non vuole per nessun motivo squalificare e/o
disprezzare il lavoro, la passione e la voglia di credere in un Paese migliore,
che anima e motiva quotidianamente milioni di simpatizzanti e militanti del
Movimento 5 Stelle. A loro tutta la mia stima e ammirazione.
25 Febbraio 2013 - “Boom del Movimento 5 Stelle: è euforia sul web”
27 Maggio 2013 - “Flop del Movimento 5 Stelle: è ira sul web”
È passato troppo poco tempo per poter credere veramente che tutta la
carica e l’intensità dello Tsunami che ha “travolto” l’Italia, da Nord a Sud,
da destra a sinistra, si sia dissolto e ridotto ad una piccola mareggiata
primaverile.
La voglia di partecipare è tanta, la necessità di cambiare è sempre
attuale e il tempo per farlo stringe sempre di più.
Ma quindi: Cos’è successo? Cosa
non ha funzionato? Chi ha fallito?
“…Il MoVimento 5 Stelle non è un
partito politico né si intende che lo diventi in futuro…”
È successo che dopo anni di aggregazione, di condivisione di idee e di
partecipazione virtuale, la “non associazione”, così cita ancora il “non
statuto”, s’è dovuta confrontare con la dura realtà. Non che l’attività politica svolta in questi
ultimi anni dai numerosi Consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali del M5S sparsi
per l’Italia sia insignificante, tutt’altro, ma stavolta la posta in gioco era
davvero alta.
È successo che in un momento storico delicato, dove la sfiducia da parte
dei cittadini nei confronti dei politici e della politica era quasi ai massimi
storici, sembrava davvero che si potesse uscire dal buio, seguendo
pedissequamente l’impervio ma salvifico sentiero urlato e illuminato dalle “Stelle”.
È successo che quasi 9 milioni di “eretici-sovversivi” hanno invaso le
Piazze italiane e hanno creduto che fosse davvero l’ora della riVoluzione. Come
dargli torto.
“Apriremo il parlamento come una
scatoletta di tonno”, tuonava il “Lider” del Movimento, a seguito del successo
elettorale.
Muniti di webcam, fotocamere e tanta buona volontà i “deputati grillini”,
o meglio i “cittadini a 5 stelle” hanno varcato la soglia del Parlamento ed
hanno iniziato la loro attività scatenando la curiosità (spesso morbosa) di
tutti i media tradizionali.
Euroscetticismo, antipartitismo, e-democracy, taglio ai costi della
politica, ambientalismo, reddito di cittadinanza, nessuna alleanza…tutti
argomenti “top-trend” nella
drammatica agenda italiana che, “Grillo e associati” hanno studiato e fatto
propri tramite il seguitissimo BLOG, unico organo di informazione e unica voce
di (non)partito.
Avevano provato ad aprire anche il Quirinale, eleggendo a maggioranza (tra
vari problemi tecnici) Milena Gabanelli come candidata 5 Stelle alla Presidenza
della Repubblica. Oggi, a distanza di soli tre mesi, la Gabanelli è accusata
dalla base del M5S di essere “traditrice,
asservita al Pd e al PdL” perchè ha osato aprire un inchiesta giornalistica
contro il M5S: nella puntata di Report del 19 Maggio 2013 la Gabanelli ha provato
a far luce su «Che fine fanno i proventi del blog di Grillo» e «quanto guadagna
la Casaleggio e associati dalla pubblicità sul sito».
Alla luce di questi avvenimenti, forse aveva davvero ragione la Gabanelli
quando, a seguito degli esiti delle quirinarie, ha commentato: “onorata ma
sopravvalutata”! (ovviamente provo a ironizzare!)
Sentendosi assediati dalla stampa, “Grillo e Associati” impongono così una
(ulteriore!) stretta sui parlamentari e lanciano la Fase 2 della Strategia Comunicativa: le interviste vanno rilasciate
davanti alle telecamere del Movimento, viene istituita una “ronda comunicativa”
che dovrà presidiare il Transatlantico, si invita a declinare le richieste di
giornalisti inaffidabili e “in mala fede” e infine verrà dato ampio spazio alle
iniziative di denuncia del Movimento.
A questo punto mi viene un dubbio e condivido la riflessione di Francesco
Maesano su Europa Quotidiano del 23 Maggio 2013: non è che la scatoletta di
Tonno sono Grillo e Casaleggio?
"Beppe...Vaffa tu!"
Hanno fallito tutte 5 le Stelle, ormai palesemente meteore, del Movimento:
il Leader, il Presidente, il Coordinatore, il Portavoce e il titolare del Logo
del Movimento 5 Stelle. Ovvero ha fallito Beppe Grillo.
Tra divieti, espulsioni, scomuniche e reprimende il “Lider” ha ingabbiato e atrofizzato la sua creatura e l’ha così condannata
ad una lenta ma inesorabile agonia.
La mia è una riflessione amara e c’è ben poco da esultare in tutto questo.
Il MoVimento deve uscire al più presto dall’immobilismo ecumenico e deve
tornare ad essere quel privilegiato portavoce dei problemi e dei sogni di tutti
i cittadini. Deve parlare a tutti e per tutti e deve tornare a far vibrare le
corde del dialogo, della partecipazione e della trasparenza.
La TV e i Giornali, oltre che a garantire la libertà di espressione rappresentano
ancora le fonti principali dell’informazione e della creazione del consenso e
meritano rispetto e considerazione.
La Rete è il futuro, ma oggi i problemi dell’Italia sono ancora pericolosamente
reali.