sabato 28 giugno 2014

DIRITTO ALL'OBLIO: GOOGLE INIZIA A CANCELLARE I PRIMI LINK

Per Google in Europa è arrivato il momento di dimenticare.
Una recente decisione della Corte di giustizia dell'Unione Europea ha stabilito il diritto all’oblio per quegli utenti che richiedano ai motori di ricerca di rimuovere risultati relativi a ricerche che includono il loro nome: qualora quindi i risultati siano inadeguati, irrilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati.
Al Verney, portavoce di Google, ha confermato che la compagnia ha iniziato a eliminare alcuni dati già questa settimana ed ha aggiunto che l'azienda ha ricevuto oltre 50mila richieste di cancellazione dati. Ciascuna richiesta verrà esaminata singolarmente e con la massima attenzione. 

Per facilitare tale operazione, Google Europa ha allestito un'interfaccia online (https://support.google.com/legal/contact/lr_eudpa?product=websearch&hl=it) in cui gli utenti possono richiedere la rimozione di alcuni dati sensibili dai risultati online. La procedura è semplice e veloce:
  1. Inserire i propri dati, accompagnati da un documento d’identità valido,
  2. Specificare l’url di ogni link di cui si desidera  richiedere la rimozione
  3. Spiegare il coinvolgimento personale con tali contenuti
  4. Indicare il motivo per cui l’URL è irrilevante, obsoleto o comunque inappropriato
Google avrà l'autorità per rimuovere solo le informazioni che appaiono sulle pagine di ricerca, nulla potrà invece su quelle pagine che compaiono all'interno dei siti web.

Tra i primi collegamenti rimossi da Google, c’è un annuncio su un quotidiano online del 1998 che citava un debito irrisolto da lungo tempo da parte del signor Mario Costeja González. Da giovedì 26 giugno, il risultato non compare più nelle ricerche per il nome del signor Costeja González sui siti europei di Google, come ad esempio www.google.es o www.google.co.uk. La denuncia del signor Costeja González è stata tra le prime che ha contribuito a far si che la Corte di giustizia europea prendesse in considerazione l’istituzione del diritto all’oblio.


La sentenza è stata una sorpresa e ha causato un giro di costernazione all'interno di Google: i sostenitori della libertà di parola negli Stati Uniti, sostengono che tutto ciò potrebbe consentire la censura e mettere Google in una posizione difficile come arbitro di ciò che le persone hanno il diritto di sapere. Ma gli attivisti della privacy rassicurano che i risultati verranno rimossi solo dalle ricerche dei singoli nomi, non da tutti i risultati di ricerca di Google.