venerdì 15 novembre 2013

NON POSSIAMO DIRIGERE IL VENTO MA POSSIAMO ORIENTARE LE VELE.

Siamo passati dal secolo delle Masse al Secolo dell’individuo, dal secolo del giornale cartaceo al secolo del web, dal secolo delle guerre al secolo della Pace (o presunta tale).
Credevo avessimo fatto tesoro dei terribili anni della guerra civile, dove fratelli e amici, si trovarono a combattere l’uno contro l’altro,
Credevo ci fossimo indignati abbastanza degli anni bui dell’apartheid, dove non contava chi fossi e quali capacità avessi, ma contava solamente il colore della pelle.
Credevo avessimo ancora ben presente nella nostra memoria gli anni del muro di Berlino, dove cittadini dello stesso sangue si ritrovarono separati e divisi per volere di “altri”
Credevo avessimo finalmente apprezzato il valore e l’essenza autentica della libertà, non intesa semplicemente come condizione inalienabile di agire liberamente, ma soprattutto come capacità illuminata di avvalersi del proprio intelletto senza precipitarsi in avventate conclusioni condivise.

“È necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno darci e non combattere ciò che è diverso, che è "altro" da noi” diceva Nilde Iotti, per 13 anni Presidente della Camera dei Deputati.

Credo che oggi SANTA CROCE CAMERINA, il NOSTRO PAESE, ovvero il paese di tutti coloro che ne hanno a cuore il futuro, stia vivendo uno dei momenti più importanti della sua storia recente, ma direi di sempre.
Da piccolo borgo incontaminato e tranquillo di contadini e pescatori, si sta riscoprendo Città contemporanea, un cantiere culturale eterogeneo e variegato, una terra di confine tra il possibile e l’impossibile, una scommessa da vincere piuttosto che un pericolo da soffocare.
Sarebbe, e purtroppo lo è, troppo facile semplificare il fenomeno che ha preso in ostaggio la vita quotidiana del paese: NOI (e c’è da capire chi ha realmente le credenziali per rientrare in questa categoria) siamo i BUONI, LORO (e ci sarebbe da ben distinguere chi tutti i giorni si sforza di sfuggire a questa definizione) sono i CATTIVI.
Tanto facile, quanto sbagliato (o perlomeno troppo vicino ad una visione distorta della realtà).
Comprendo bene tutte le ragioni che hanno portato ai comportamenti susseguitisi in questi giorni (dalle risse alle manifestazioni di piazza) e ritengo che siano la naturale (ma non per questo giusta!) conseguenza ai fatti che quotidianamente modificano la nostra percezione della realtà.
Ma non possiamo fermarci all’istinto, non possiamo far prevalere l’odio incondizionato verso una generica entità dell’ALTRO, non possiamo fare appello all’ultima delle soluzioni praticabili ovvero la giustizia fai da te.
Il compito dei cittadini deve sempre esser quello di stimolare nelle sedi appropriate e nei modi dovuti le istituzioni e gli organi preposti, affinchè agiscano in tempi brevi e in modo adeguato, nel nome del bene comune. Non dobbiamo mai perdere la fiducia in chi, come tutti e tra mille difficoltà, auspica un clima tranquillo e di legalità.
Non c’è LA SOLUZIONE al problema come inneggiato da tanti, ma ci sono delle SCELTE (alcune sicuramente dolorose e impopolari) ben precise e non più rimandabili da intraprendere, tutti  INSIEME e senza ulteriori divisioni o integralismi.

Abbiamo già perso tanto, ma ripartiamo con coraggio e determinazione dalla consapevolezza che nella vita non ci sono situazioni disperate ma soltanto uomini che hanno perso ogni speranza di risolverle.

giovedì 10 ottobre 2013

“Smart Cities: dalle idee ai Progetti per le città del futuro.”

Giorno 8 ottobre 2013, s'è tenuto a Milano un interessantissimo Convegno sul TEMA “Smart Cities: dalle idee ai Progetti per le città del futuro.” Il convegno, coordinato dal Prof. Edoardo Croci (direttore MobilityLab e Coordinatore gruppo di lavoro “Smart Cities” IEFE Università Bocconi), era parte integrante dell’evento MOVE.APP EXPO SMART MOBILITY &TECHNOLOGYorganizzato da Columbia Group e CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari italiani) e sviluppatosi dal 5 al 9 Ottobre 2013 a Milano.
MOVE.App Expo, strutturato come mostra-convegno, ha puntato dritto all’innovazione tecnologica ed alle politiche per la mobilità ed i trasporti e s’è posto come obiettivo quello di rappresentare il “Sistema Italia” con un accento particolare sull’aspetto del networking con i Paesi dell’UE, le aree emergenti del mediterraneo e i Paesi del Golfo Arabico.
Tre gli aspetti comuni imprescindibili:

  • La necessità per tutti gli attori, pubblici e privati, di agire in modo sinergico facendo sistema e rafforzando il più possibile le Relazioni Internazionali
  • La funzione strategica di trasporti (di lunga e breve percorrenza), infrastrutture e logistica, come strumento per lo sviluppo degli scambi e dell’economia
  • Il ruolo centrale della Green economy come nuovo motore di rilancio dell’economia e base per le politiche economiche europee e mondiali.
Mentre l’Europa prova a dettare i tempi, con Progetti e risorse economiche (presto saranno sbloccati c.ca 80 Miliardi di Euro da investire ) e tiene ben salda la leadership sul tema, l’Italia, o meglio il Sistema Italia sembra ancora privo di un interlocutore nazionale, che prenda in mano la situazione e la guidi verso l’orizzonte “Smart”.
Tuttavia, come spesso accade, anche in Italia c’è chi non vuole fare da spettatore passivo ed ha deciso di muoversi avviando dei progetti altamente innovativi  per riportare qualità di vita nelle città.
In particolare, nel Convegno sono intervenuti i responsabili dei progetti avviati nelle città di Genova, Torino e Milano, quello che da sempre è ritenuto il triangolo industriale, e che adesso potrebbe diventare il triangolo Smart.
“Genova Smart City”, il Progetto “PUMAS” a Torino e “Milano Smart City” possono aiutarci a capire bene come bisogna rileggere in chiave “Smart” tutti i bisogni, necessità e vocazioni delle nostre città riscoprendo l’autentica relazione tra ENTE e Cittadino.

L’Italia non può più permettersi ritardi in termini di GOVERNANCE tra tutti gli attori coinvolti (aziende, Università/Ricerca, Cittadini/terzo Settore, Finanza e Pubbliche Amministrazioni), e, partendo proprio dalle migliori esperienze tanto nel pubblico quanto nel privato, è arrivato davvero il momento di lanciare il “SISTEMA ITALIA”.

martedì 28 maggio 2013

“Promuovere, Arruolare, Combattere”

“Se un messaggio pubblicitario impiega più di 3 secondi per essere capito, vuol dire che non è chiaro, se non addirittura sbagliato” (Silvio Berlusconi)
È questo il concetto che ha guidato Forza Italia e che guida tuttora il Popolo della Libertà.
Assoluta semplicità, chiarezza e immediatezza, ripetitività. L’avventura comunicativa Berlusconiana, fortemente votata al marketing politico, ha cambiato il modo di fare Campagna Elettorale in Italia, e oggi può considerarsi ancora la più efficiente ed efficace.
Il Partito dell’amore, la grande Casa dei Moderati, il Popolo della Libertà. Tutti slogan e definizioni a connotazione estremamente positiva e distesa che accompagnano da anni una politica, quella del centrodestra Berlusconiano, che al contrario di quanto predicato, non ha risparmiato attacchi e contestazioni durissime a tutti gli organi dello stato di diritto.
Oggi però lo scenario è cambiato. Il PdL co-governa, ma non ha la maggioranza in parlamento, esce fortemente ridimensionato dalle elezioni amministrative e il suo Leader “a vita” rischia seriamente di  dover “pagare” i suoi infiniti guai giudiziari.

Come se ne esce? Semplice. Ci si prepara all’atto finale della "Guerra dei Vent’anni" e si fa esplicito richiamo alle “armi”.
Nasce così l’idea de “L’esercito della libertà” (http://www.esercitodellaliberta.it/) promosso da varie organizzazioni, tra cui “I promotori della Libertà”, “Forza insieme”, “Studenti per la libertà”, “Dai Forza all’Italia”, “VIS” e “Interdipco”.
Bastano anche meno di 3 secondi per capire il messaggio dell’ultima trovata propagandistica pidiellina: “Promuovere, Arruolare, Combattere”.
Il gioco è facile.
1. Si dichiara solennemente di voler difendere il presidente Berlusconi; di riconoscersi in lui, nel suo pensiero, nei suoi ideali e nel suo operato; di esser pronto a partecipare ad eventi o manifestazioni in supporto del Presidente Berlusconi per affermare il principio della sovranità popolare.
2. Ci si candida a “Comandanti di Reggimento Territoriale” con il sacro impegno a gestire tutti gli arruolati della propria zona di residenza, reclutare nuove leve e promuovere iniziative e manifestazioni per difendere il Presidente. Basta una foto e una lettera motivazionale.
3. Siamo pronti a combattere.

Mi piacerebbe tanto concludere dicendo che quanto sopra riportato è uno scherzo ma purtroppo è realtà.
La crisi economica, la disoccupazione e la tensione sociale sono delle mine che quotidianamente esplodono in ogni parte del territorio nazionale alimentando una pericolosissima instabilità del “sistema-Italia”.
La politica e i politici, soprattutto coloro che tanto invocano la libertà, in nome del compito loro conferito dalla sovranità popolare, devono occuparsi di disinnescare queste mine e non devono per nessun motivo permettersi di alimentare e amplificare  la loro devastante portata.
Chiaro il messaggio?

lunedì 27 maggio 2013

Dal Boom al Boom. Ascesa e rovina di 5 Meteore che sognavano di essere Stelle.

La seguente analisi non vuole per nessun motivo squalificare e/o disprezzare il lavoro, la passione e la voglia di credere in un Paese migliore, che anima e motiva quotidianamente milioni di simpatizzanti e militanti del Movimento 5 Stelle. A loro tutta la mia stima e ammirazione.


25 Febbraio 2013 - “Boom del Movimento 5 Stelle: è euforia sul web”
27 Maggio 2013 - “Flop del Movimento 5 Stelle: è ira sul web”
È passato troppo poco tempo per poter credere veramente che tutta la carica e l’intensità dello Tsunami che ha “travolto” l’Italia, da Nord a Sud, da destra a sinistra, si sia dissolto e ridotto ad una piccola mareggiata primaverile.
La voglia di partecipare è tanta, la necessità di cambiare è sempre attuale e il tempo per farlo stringe sempre di più.
Ma quindi: Cos’è successo? Cosa non ha funzionato? Chi ha fallito?

“…Il MoVimento 5 Stelle non è un partito politico né si intende che lo diventi in futuro…”
Recita ancora così il “non statuto” del M5S (https://s3-eu-west-1.amazonaws.com/materiali-bg/Regolamento-Movimento-5-Stelle.pdf), ma contrariamente a quanto enunciato, il M5S è diventato a tutti gli effetti un Partito politico e tra i più influenti in termini di rappresentanza Parlamentare (109 Deputati, 53 Senatori)
È successo che dopo anni di aggregazione, di condivisione di idee e di partecipazione virtuale, la “non associazione”, così cita ancora il “non statuto”, s’è dovuta confrontare con la dura realtà.  Non che l’attività politica svolta in questi ultimi anni dai numerosi Consiglieri Regionali, Provinciali e Comunali del M5S sparsi per l’Italia sia insignificante, tutt’altro, ma stavolta la posta in gioco era davvero alta.
È successo che in un momento storico delicato, dove la sfiducia da parte dei cittadini nei confronti dei politici e della politica era quasi ai massimi storici, sembrava davvero che si potesse uscire dal buio, seguendo pedissequamente l’impervio ma salvifico sentiero urlato e illuminato dalle “Stelle”.
È successo che quasi 9 milioni di “eretici-sovversivi” hanno invaso le Piazze italiane e hanno creduto che fosse davvero l’ora della riVoluzione. Come dargli torto.

“Apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno”, tuonava il “Lider”  del Movimento, a seguito del successo elettorale.
Muniti di webcam, fotocamere e tanta buona volontà i “deputati grillini”, o meglio i “cittadini a 5 stelle” hanno varcato la soglia del Parlamento ed hanno iniziato la loro attività scatenando la curiosità (spesso morbosa) di tutti i media tradizionali.
Euroscetticismo, antipartitismo, e-democracy, taglio ai costi della politica, ambientalismo, reddito di cittadinanza, nessuna alleanza…tutti argomenti “top-trend” nella drammatica agenda italiana che, “Grillo e associati” hanno studiato e fatto propri tramite il seguitissimo BLOG, unico organo di informazione e unica voce di (non)partito.
Avevano provato ad aprire anche il Quirinale, eleggendo a maggioranza (tra vari problemi tecnici) Milena Gabanelli come candidata 5 Stelle alla Presidenza della Repubblica. Oggi, a distanza di soli tre mesi, la Gabanelli è accusata dalla base del M5S di essere “traditrice, asservita al Pd e al PdL” perchè ha osato aprire un inchiesta giornalistica contro il M5S: nella puntata di Report del 19 Maggio 2013 la Gabanelli ha provato a far luce su «Che fine fanno i proventi del blog di Grillo» e «quanto guadagna la Casaleggio e associati dalla pubblicità sul sito».
Alla luce di questi avvenimenti, forse aveva davvero ragione la Gabanelli quando, a seguito degli esiti delle quirinarie, ha commentato: “onorata ma sopravvalutata”! (ovviamente provo a ironizzare!)
Sentendosi assediati dalla stampa, “Grillo e Associati” impongono così una (ulteriore!) stretta sui parlamentari e lanciano la Fase 2 della Strategia Comunicativa: le interviste vanno rilasciate davanti alle telecamere del Movimento, viene istituita una “ronda comunicativa” che dovrà presidiare il Transatlantico, si invita a declinare le richieste di giornalisti inaffidabili e “in mala fede” e infine verrà dato ampio spazio alle iniziative di denuncia del Movimento.
A questo punto mi viene un dubbio e condivido la riflessione di Francesco Maesano su Europa Quotidiano del 23 Maggio 2013: non è che la scatoletta di Tonno sono Grillo e Casaleggio?

"Beppe...Vaffa tu!"
Hanno fallito tutte 5 le Stelle, ormai palesemente meteore, del Movimento: il Leader, il Presidente, il Coordinatore, il Portavoce e il titolare del Logo del Movimento 5 Stelle. Ovvero ha fallito Beppe Grillo.
Tra divieti, espulsioni, scomuniche e reprimende il “Lider” ha ingabbiato e atrofizzato la sua creatura e l’ha così condannata ad una lenta ma inesorabile agonia.
La mia è una riflessione amara e c’è ben poco da esultare in tutto questo.
Il MoVimento deve uscire al più presto dall’immobilismo ecumenico e deve tornare ad essere quel privilegiato portavoce dei problemi e dei sogni di tutti i cittadini. Deve parlare a tutti e per tutti e deve tornare a far vibrare le corde del dialogo, della partecipazione e della trasparenza.
La TV e i Giornali, oltre che a garantire la libertà di espressione rappresentano ancora le fonti principali dell’informazione e della creazione del consenso e meritano rispetto e considerazione.

La Rete è il futuro, ma oggi i problemi dell’Italia sono ancora pericolosamente reali.