Siamo passati dal secolo delle Masse al Secolo dell’individuo,
dal secolo del giornale cartaceo al secolo del web, dal secolo delle guerre al
secolo della Pace (o presunta tale).
Credevo avessimo fatto tesoro dei terribili anni della guerra civile, dove fratelli e amici, si
trovarono a combattere l’uno contro l’altro,
Credevo ci fossimo indignati abbastanza degli anni bui dell’apartheid, dove non contava chi fossi e
quali capacità avessi, ma contava solamente il colore della pelle.
Credevo avessimo ancora ben presente nella nostra memoria gli
anni del muro di Berlino, dove
cittadini dello stesso sangue si ritrovarono separati e divisi per volere di “altri”
Credevo avessimo finalmente apprezzato il valore e l’essenza
autentica della libertà, non intesa
semplicemente come condizione inalienabile di agire liberamente, ma soprattutto
come capacità illuminata di avvalersi
del proprio intelletto senza precipitarsi in avventate conclusioni condivise.
“È necessario cogliere negli altri solo quello che di positivo sanno
darci e non combattere ciò che è diverso, che è "altro" da noi” diceva
Nilde Iotti, per 13 anni Presidente della Camera dei Deputati.
Credo che oggi SANTA CROCE CAMERINA, il NOSTRO PAESE, ovvero il paese di tutti coloro che ne hanno a
cuore il futuro, stia vivendo uno dei momenti più importanti della sua
storia recente, ma direi di sempre.
Da piccolo borgo incontaminato e tranquillo di contadini e
pescatori, si sta riscoprendo Città contemporanea, un cantiere culturale
eterogeneo e variegato, una terra di confine tra il possibile e l’impossibile, una scommessa da vincere piuttosto che un
pericolo da soffocare.
Sarebbe, e purtroppo lo è, troppo facile semplificare il
fenomeno che ha preso in ostaggio la vita quotidiana del paese: NOI (e c’è da
capire chi ha realmente le credenziali per rientrare in questa categoria) siamo
i BUONI, LORO (e ci sarebbe da ben distinguere chi tutti i giorni si sforza di
sfuggire a questa definizione) sono i CATTIVI.
Tanto
facile, quanto sbagliato (o perlomeno troppo vicino ad una visione distorta della realtà).
Comprendo bene tutte le ragioni che hanno portato ai comportamenti
susseguitisi in questi giorni (dalle risse alle manifestazioni di piazza) e ritengo
che siano la naturale (ma non per questo giusta!) conseguenza ai fatti che
quotidianamente modificano la nostra percezione della realtà.
Ma non possiamo fermarci all’istinto, non possiamo far
prevalere l’odio incondizionato verso una generica entità dell’ALTRO, non
possiamo fare appello all’ultima delle soluzioni praticabili ovvero la
giustizia fai da te.
Il compito dei cittadini deve sempre esser quello di
stimolare nelle sedi appropriate e nei modi dovuti le istituzioni e gli organi
preposti, affinchè agiscano in tempi brevi e in modo adeguato, nel nome del
bene comune. Non dobbiamo mai perdere la fiducia in chi, come tutti e tra mille
difficoltà, auspica un clima tranquillo e di legalità.
Non c’è LA SOLUZIONE al
problema come inneggiato da tanti, ma ci sono delle SCELTE (alcune sicuramente dolorose e impopolari) ben precise e non
più rimandabili da intraprendere, tutti INSIEME e senza ulteriori divisioni o
integralismi.
Abbiamo già perso tanto, ma ripartiamo con coraggio e
determinazione dalla consapevolezza che nella
vita non ci sono situazioni disperate ma soltanto uomini che hanno perso ogni
speranza di risolverle.